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Nuotare, camminare e correre a Bologna. I piani di innovazione dello sport

Il percorso d'innovazione dell'Uisp, nell'anno del suo sessantesimo anniversario, prosegue lungo molteplici tappe. Una di queste è stato il seminario di presentazione del Progetto Vita, svoltosi il 9 ottobre scorso presso la sede dell'Uisp Bologna assieme ai dirigenti di numerose associazioni sportive attive sul territorio provinciale del capoluogo emiliano.

Un'escursione outdoordi Vittorio Martone


BOLOGNA – Il percorso d'innovazione dell'Uisp, nell'anno del suo sessantesimo anniversario, prosegue lungo molteplici tappe. Una di queste è stato il seminario di presentazione del Progetto Vita, svoltosi il 9 ottobre scorso presso la sede dell'Uisp Bologna assieme ai dirigenti di numerose associazioni sportive attive sul territorio provinciale del capoluogo emiliano. Tre gli scopi principali di questo incontro: interrogarsi sulla possibilità di un'idea comune di sport da proporre agli amministratori politici, potenziare la riflessione sul ruolo dell'associazionismo sportivo a Bologna e ragionare in maniera collegiale sull'Uisp in vista del congresso previsto nel 2009. Alla base un progetto fondato sull'idea di semplificare il più possibile l'accesso dei cittadini alle pratiche del vivere sano, estendendo il movimento a tutte le fasi della vita e deviando un po' della grande attenzione riservata allo sport di prestazione sulla domanda di attività fisica non agonistica che la cittadinanza manifesta ormai in maniera sempre più significativa.

"Alla base di questa nostra proposta - spiega il presidente dell'Uisp Bologna Fabio Casadio - c'è la volontà di investire sul piano politico-culturale". Un'esigenza rispetto alla quale è opportuno fare chiarezza sul rapporto dell'Uisp con il concetto di agonismo. "Chiedendo alle nostre società sportive di fare un salto culturale - prosegue infatti Casadio - abbiamo presente l'esigenza di allargare la nostra offerta in base alla domanda di movimento e di benessere per tutti e per tutta la vita, chiaramente senza che questo vada ad escludere l'organizzazione della pratica agonistica".

Il Progetto Vita si pone anche come obiettivo quello di giungere ad un ottimale livello di collaborazione con le istituzioni. "Se in passato - continua il presidente dell'Uisp Bologna - il nostro ruolo è stato di supplenza rispetto alle carenze delle amministrazioni in materia di sport, oggi queste hanno fatto grandi progressi e sono alla ricerca di partner all'altezza. È su questa linea infatti che si inseriscono i progetti di riconoscimento delle associazioni sportive come centri di aggregazione giovanile e di finanziamento pubblico per l'integrazione di salute e movimento. Per questo l'Uisp deve riuscire a porsi come interlocutore socialmente interessante ed evitare di occuparsi di una ristretta fascia di cittadini".

Il progetto è legato infine alla forte esigenza di ripensare le strutture sportive tradizionali. "Si tratta di un percorso - sostiene Casadio - fatto in comune con l'amministrazione locale, che vede ad esempio la piscina non solo come struttura in cui si nuota ma come centro di una struttura aggregatrice di servizi chiave per i cittadini e in stretta relazione con i presupposti urbanistici circostanti. Nell'area bolognese il rapporto con le istituzioni è molto positivo, tant'è che proprio in questi giorni è allo studio con gli assessorati allo sport e all'urbanistica del comune di Bologna un piano condiviso con l'Uisp per il recupero della zona dei laghetti del Rosario e la creazione di un grande parco acquatico".

Un percorso di innovazione che deve necessariamente tenere presente il rapporto con le polisportive presenti sul territorio e che costituiscono la base dell'operato politico dell'Uisp nel campo dei diritti, dell'ambiente e della solidarietà. "Molte di queste società - conclude il presidente dell'Uisp bolognese - hanno già allargato il proprio orizzonte di intervento. Alle altre non possiamo che chiedere di riflettere su un miglioramento della propria offerta tradizionale".

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